Nato a Cortina d'Ampezzo il Museo Mario Rimoldi
di Mario dall'AGLIO per IL MILIARDO
La vita ampezzana, è stata caratterizzata da un avvenimento culturale assai significativo, diremo di risonanza certamente extra-nazionale, data pure la sua eccezionalità. Si è trattato della inaugurazione del neo costituito museo di Cortina, che prende il nome di Galleria d'Arte Moderna «Mario Rimoldi», realizzato momentaneamente per la generosità della signora Rpsa Braun ved. Rimoldi, che ha donato alle Regole d'Ampezzo ben 170 opere d'arte di 87 autori italiani della nostra epoca, ma destinato ad arricchirsi ulteriormente a partire dal prossimo ottobre di nuove sezioni comprendenti intere raccolte di cristalli, fossili ed altre tradizioni ampezzane di significativo valore ed etico.
Mentre su queste «sezioni» possiamo anticipare solo che, e per le remotissime epoche - milioni d'anni - cui si fanno risalire le formazioni cristallifere e le origini dei fossili, e per la abbondanza del materiale che verrà messo insieme, saranno indubbiamente fra le più ricche raccolte visibili al mondo; per ciò che riguarda la pinacoteca - che comprende anche opere scultoree e grafiche - diremo che rappresenta non solo una fantastica pagina dell'arte italiana del nostro secolo, ma uno dei più begli esempi di amore per le cose d'arte che l'uomo, anche con sacrfici sia pure a volte assai relativi, possa dimostrare come fattibili, purchè egli sia animato dalla passione e da un certo spirito raccoglitivo.
Mario Rimoldi, infatti, e il discorso varrebbe anche per altri lungimiranti, ha saputo, in momenti forse difficili, pure per lui, fare ciò che vari altri, specialmente a Cortina, avrebbero potuto con altrettanta «facilità», solo volendolo. Cioè prendere un «De Pisis» per 100 o 150 lire, questo dallo stesso autore, e non rifiutarlo come, purtroppo, è accaduto più d'una volta, ma non solo a Cortina, e non solo per i «De Pisis». Quindi il discorso «fammi indovino... c'entra ben poco; qui si tratta di possedere o no l'intuito e di farne buon uso, ma anche di destare continuamente dentro di sè interessi molteplici. Ma passiamo alla grossa raccolta, e solo per brevi capi, dato che dalla «A» alla «Z», non solo troviamo grossissimi nomi, m aopere importantissime, naturalmente per la immensa soddisfazione soprattutto di Francesco Basilio Ghedina, presidente della «Ra Ciasa de ra Regoles» che ospita il museo, come pure per quella del sindaco Menardi, del presidente dell'Azienda Luciano Rimoldi - nipote del compianto comm. Mario - e dei cortinesi in genere, non esclusi i turisti, che avranno una ulteriore occasione per «riempire» le loro giornate di velleggiatura.
Intendiamoci, a Cortina non mancano certo occasioni d'arte. Le grosse gallerie private già funzionanti da molti anni portano durante le stagioni mostre intere o anche solo opere singole di maestri di livello mondiale: Picasso, Ernst, ecc., ma altra cosa è avere un museo aperto tutto l'anno e per di più con opere che si possono vedere e rivedere più volte, senza il timore di non avere più occasione di riguardarle, dato che le opere si guardano e non si «vedono».
Tornando quindi a Rimoldi ed alle vere amicizie che ha saputo coltivare per tantissimi anni, diremo che fra queste, oltre al menzionato De Pisis, vi erano Campigli, Martini, Sironi, Carena, Carrà, Casorati, Cesetti, Guidi, Guttuso, Music, Morlotti, Murer, Rossi, Savinio e il fratello De Chirico, Tomea, e tanti altri, come pure artisti giovani quali Trevi, Bals, Squitieri, Fasano e numerosi ancora.
La lista quindi arricchita con i nomi di Alfieri, Alis, Barbisan, Barbaro, Bartolini, Borgonzoni, Borra, Borsato, Brunori, Antonio e Xavier Bueno, Cadorin, M. Cascella, Celiberti, Comisso, Corpora, De Pero, Dova, Enotrio, O. Fasano, Fumagalli, Funi, Garbari, Gaspari, Hollesch, Kodra, Levi, Ligabue, Lilloni, Mafai, Marano, M. Marini, Marusic, Mazzacurati, Moggioli, Monachesi, Morandi, Novati, Omiccioli, Pancheri, E. Paolucci, Pirandello, Pizzinato, Potenza, Quaglia, Ravenna, Romagnoni, Rosi, Rossello, G. Rossi, Saetti, Santomaso, Sassu, Scipione, Seibezzi, Semeghini, Severini, Soffici, Soldati, Squitieri, Spazzapan, Tosi, Tozzi, Vagnetti, Vedova, Viani, M. Wenter e Zigaina.
Le opere singole o in gruppi sono state ordinate per «tendenza» da Giuseppe Marchiori, che ha curato pure la prefazione in catalogo e la presentazione della mostra, mentre l’allestimento è stato eseguito dal pittore Renato Balsamo, che ha realizzato un percorso simpaticamente articolato e, al tempo stesso, didatticamente valido.
La nuova istituzione diventerà quindi una sicura mèta culturale per la assai valida e ampia informazione che può fornire nella ancora vicina stagione artistica italiana. Rimane solo da sperare che Cortina pensi in avanti agli indispensabili aggiornamenti.
La Galleria Rimoldi: un momento felice per il futuro culturale dell'ampezzano
Fra le iniziative culturali che hanno riscosso maggiore successo in questi ultimi tempi, nel centro ampezzano va indubbiamente annoverata l'apertura della galleria d'arte moderna Rimoldi.
L'istituzione, sorta nel pieno dell'estate, ha per fine la organizzazione di convegni, ricerche, dibattiti, concerti e di altre attività nel campo della cultura e dell'arte e si avvale della preziosa collaborazione del prof. Renato Balsamo, direttore dell'Istituto statale d'arte di Cortina.
In questi primi mesi di vita, dedicati soprattutto alla fase organzzativa, la galleria ospita opere di alto livello, che richiamano quotidianamente l'attenzione degli appassionati locali e di numerosi turisti.
VISITA ALLA FAVOLOSA COLLEZIONE RIMOLDI A CORTINA
Modigliani nel cantuccio
«L'incontro con De Pisis nel 1929 mi aprì gli occhi dice il creatore di una raccolta che non ha pari nel Veneto - Quasi un Museo » dei Maestri del Novecento
Cortina, ottobre
In un cantuccio dietro la porta, appeso a sei-sette centimetri da terra, c'è un disegno di Modigliani. Nessuno lo sa, salvo lui, Mario Rimoldi. Chi si chinerebbe così in basso per decifrare quei lievissimi segni di matita che formano un sintetico ritratto? Quando esprimo la mia meraviglia, mi sento rispondere: “Cosa vuole? Sono le piccole manie di un collezionista. Mi piace che il rapporto tra me e Modigliani resti segreto, quasi furtivo. E' un fatto affettivo...E poi, non so dove metterlo”.
Il problema è proprio qui: Rimoldi non sa dove mettere i suoi quadri. Ne ha oltre un migliaio, e tra essi un'ottantina di splendidi De Pisis, una quarantina di Sironi e decine di Campigli, Tosi, De Chirico, Casorati, Severini, Carrà...E' la più grossa collezione del Veneto per i maestri del “Novecento” e certo una delle più famose in Italia: un enorme museo che non ha un'unica sede, ma quattro, di cui una “riservata”. Le tre sedi che diremmo pubbliche sono l'albergo Corona, l'Istituto statale d'arte e l'ufficio di Rimoldi, la quarta è la stessa abitazione del collezionista, dove soltanto pochi privilegiati sono ammessi. Nessuna pubblica galleria può offrire un panorama così ampio della pittura italiana (e anche della scultura, soprattutto Martini e Marini) in un arco che va, all'incirca, dal 1930 al 1950, con qualche puntata più recente e anche con eccellenti inserti stranieri (Villon, Utrillo, Vlamink, Pignon, persino un Doganiere Rousseau). Come è nata una tale favolosa collezione? “E' nata – confessa Rimoldi – con tanta fatica e tra mille incomprensioni. Prima, in verità, mi ero indirizzato verso l'Ottocento: Irolli, Morelli, Gigante, ecc. Poi l'incontro con De pisis, nel 1929, mi aprì gli occhi. Cominciai ad innamorarmi dei giovani maestri del Novecento, che allora non erano certo famosi. La gente mi prendeva in giro, mi accusava di sperperare il denaro della famiglia. Lei capisce: qui a Cortina l'ambiente non era maturo nemmeno per certe opere figurative che ora tutti dicono di capire. Passavano per il mio ufficio, guardavano, facevano le smorfie e poi se ne andavano borbottando: “Ma quello è pazzo!”...Vero, Alma?”
La moglie di Rimoldi scuote la testa: “Questa è stata una collezione sofferta”: Una pausa di riflessione. Poi Rimoldi riprende il discorso: “Ora si fa presto a dire. Ma le assicuro che allora, prima della guerra, ci voleva un coraggio, una passione...Non creda poi che tutto sia andato liscio. Anch'io, all'inizio, ho comprato dei falsi, nella mia ingenuità. Devo a De Pisis, a questo grande artista, se il mio gusto si è affinato. E a De Pisis resto sempre affezionato. Guardi questo capolavoro che è la “Chiesa di Cortina”. A quel tempo l'ho pagato mille lire, il massimo che abbia mai pagato per un quadro solo. Poco fa mi hanno offerto otto milioni, ma non lo cederei nemmeno per venti. E' un quadro che ho qui di fronte da trent'anni e mi piace sempre più. Non saprei staccarmene. Un collezionista si sente un po' come il padre dei sui quadri.”
A Rimoldi l'arte moderna italiana deve qualcosa. La sua fiducia in De Pisis, ad esempio, va ben oltre la speculazione del collezionista: il bizzarro e geniale ferrarese sapeva di avere a Cortina un rifugio tranquillo dello spirito. Rimoldi si entusiasmava, come ben pochi allora, dei suoi quadri: ne arrivò a possedere ben trecento. Giustamente Barbantini scriveva nel 1946: “Preferisco la collezione Rimoldi alle pubbliche gallerie d'arte moderna”. E l'autorevole Cesare Brandi arrivò a improvvisarsi poeta: “Spendendo un po' di soldi / perché il clima si scaldi, / i quadri di Rimoldi / son baldi, caldi e saldi”. Peccati di gioventù.
Ma a proposito: non sarebbe giusto rendere onore a questo grande collezionista, allestendo una mostra ben scelta della sua collezione? Ci pensi chi di dovere. Oltretutto, sarebbe un autentico avvenimento culturale.
CORTINA Su tre camioncini il valore di un miliardo
Ritirati dalla Scuola d'arte i preziosi quadri di Rimoldi
Il propretario ha affermato che li esporrà nella costruenda sede della Cassa Rurale che si trasformerà pertanto in una delle più ricche gallerie di arte contemporanea della penisola
Il commendator Mario Rimoldi, che per trent'anni è stato il presidente della Scuola d'arte di Cortina, ha fatto ritirare tutti i quadri di sua proprietà che adornavano i corridoi e le aule dell'Istituto d'arte che da quest'anno ha cambiato presidente in seguito alle sue dimissioni. Si calcola che il valore delle opere superi il miliardo Tre camioncini «Volkswagen» sono passati scoperti per le vie della cittadina olimpica trasportando «autentici» di De Pisis, Picasso, Carrà, Casorati, Morandi, Murer, Trevi, Campigli, Cassinari, Guttuso, Levi e altri.
I quadri del comm. Rimoldi, tolti dalle pareti della Scuola d'arte, non rimarranno però nascosti al pubblico. Saranno infatti esposti nella costruenda sede della Cassa rurale artigiana che, secondo il proprietario delle opere, appare la sede più adatta, dopo la Scuola d'arte, per accoglierli. Saranno quindi d'ora in poi, le sale della Cassa rurale, le scale ed i corridoi, gli uffici stessi, che si tramuteranno in una pinacoteca d'arte contemporanea e, senza esagerazione, sarà tra le più ricche e varie d'Italia.
UNA GALLERIA D'ARTE MODERNA A CORTINA
In 18 sale sono esposte opere di 90 maestri del 900
La vedova Rosa Braun con la munifica donazione ha adempito alle ultime volontà dell'ex sindaco Mario Rimoldi uno dei maggiori collezionisti italiani
Una galleria d'arte moderna di ben diciotto sale nelle quali sono esposte opere di novata maestri italiani del '900 è stata inaugurata domenica scorsa in memoria di uno dei maggiori collezionisti italiani, Mario Rimoldi.
La figura di Rimoldi, che fu sindaco di Cortina durante le Olimpiadi del 1956 è stata ricordata durante la cerimonia di inaugurazione della galleria realizzata nel centro turistico grazie alla signora Rosa Braun ved. Rimoldi che con la donazione delle preziosissime opere ha adempiuto alle ultime volontà del grande collezionista.
La galleria è stata inaugurata nel palazzo delle Regole, una delle più antiche istituzioni di Cortina. Il presidente della deputazione regoliera Francesco Ghedina Basilio alla presenza di un pubblico numerosissimo e attento ha iniziato la cerimonia inaugurale dando la lettura dei telegrammi pervenuti per l'occasione; tra questi, l'adesione del ministro della Agricoltura e Foreste on. Bisaglia, deIl'on. Camillo Ripamonti, ministro del Turismo e dello Spettacolo, dell'on. Adolfo Sarti della Presidenza del consiglio, del presidente del Consiglio regionale Vito Orcalli, di Angelo Tomellieri preseidente della Giunta regionale, di Veronese assessore regionale della agricoltura e Francesco Guidoni.
Erano presenti tra le varie autorità che hanno voluto aderire a questa importante manifestazione, il sen. Colleselli, l'on. Orsini, il vescovo di Belluno mons. Gioacchino Muccin, il prefetto Malagoni, il giudice Aniello Lamonica, il comandante la compagnia di carabinieri Mario Palombo, il vice questore Armando Cotugno primo dirigente del commissariato di Ps ed importanti nomi del mondo artistico e culturale italiano.
Il signor Ghedina, dopo la lettura dei telegrammi di adesione, ha ringraziato a nome di tuti i regolieri la signora Braun vedova Rimoldi per aver scelto quale garante del prezioso patrimonio artistico donato a Cortina le Regole ampezzane. Ghedina ha ricordato l'importanza che tale forma di comunità montana riveste; le Regole – ha precisato il presidente – rappresentano una garanzia di indissolubilità e inalienabilità dell'intero patrimonio boschivo e prativo. Solamente con leggi ferree e altamente democratiche si è potuti attraversare un millennio di storia con la sicurezza di poter proteggere pascoli e boschi tanto preziosi. La signora Braun ha voluto per questo motivo, per questa fiducia che le Regole sanno donare ancora oggi, scegliere questa antica forma di autogoverno quasi carducciana quale custode immutabile nel tempo del patrimonio artistico così prezioso.
Francesco Ghedina Basilio ha quindi fatto omaggio alla vedova Rimoldi di una targa ricordo e di una pergamena in memoria del collezionista.
Ha preso poi la parola il sindaco di Cortina Renzo Menardi che ha ricordato la figura di uomo di Rimoldi, benefattore e mecenate. L'interessante profilo tracciato dal sindaco è stato poi continuato in chiave artistica dal noto critico Marchori. La collezione rappresentata oggi in questa galleria è un omaggio al mondo artistico del '900, quel Novecento ricco di contraddizioni e così poliedrico capace di ispirarsi a maestri come Mantegna, Masaccio, Pier della Francesca per passare al neo classiciscmo, al romanitcismo e intraprendere infine la strada del cubismo ed astrattismo. Nella collezione è rispecchiato il carattere dell'uomo Rimoldi, con i suoi gusti personalissimi, le preferenze per questo o per quell'altro pittore, e in questo punto è un poco difficile tracciare con le opere esposte a Cortina una stora cronologica del Novecento artistico italiano, ma tuttavia la personalità dei grandi maestri è viva e presente perfino nelle tavolozze e nei carteggi da Rimoldi conservati.
Ha quindi chiuso la cerimonia il sen. Colleselli, ricordando le varie tappe cronologiche delle Regole ampezzane inquadrate nella vita moderna.
La galleria che rimarrà aperta tutto l'anno, in contrapposizione ai tanti musei d'Italia costretti a chiudere i battenti per mille motivi, darà quindi modo anche alla popolazione locale di conoscere ed apprezzare un immenso patrimonio artistico di rara bellezza, che spazia dalle opere dipinte a Cortina da De Pisis, ai più suggestivi quadri di De Chirico prima maniera e metafisico; dalla ricerca cromatica e materica dei mosaici di Sironi ai silenzi unitonali di Campigli; dallal pittura seria di Casorati alla fantasmagoria misteriosa di Savinio.
Accanto ai grandi maestri figurano preziosissime opere di pittori veneti.
La piattaforma MQUADRO è stata progettata nell’ambito della tesi M.A.P. (Museums Accessibility Platform) di Stefania Zardini Lacedelli, laureanda in Economia delle Arti e della Cultura presso l’Università Cà Foscari di Venezia. Il progetto di tesi è stato selezionato dalla Venice International University per un periodo di ricerca presso l’ISIS Lab della Duke University, sotto la supervisione della Prof.ssa Victoria Szabo.
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